La logica delle sabbie ci rigenera

Pubblicato: 17/02/2024
La logica delle sabbie ci rigenera

Inizia la Quaresima e in questa prima domenica veniamo portati anche noi nel deserto con Gesù. Con poche righe il Vangelo ci descrive questo episodio di Gesù tentato e spinto nel deserto. L'esperienza del deserto è importante per un cammino di conversione, è necessaria per tutti, specialmente per noi, in questo tempo di Quaresima, perché ci permette in qualche modo, di prepararci alla Pasqua, di fornirci gli strumenti per comprendere la gioia rigeneratrice della Pasqua.

Tra l"altro va detto, in termini atletici, che non si può arrivare al traguardo senza l'impegno della corsa.
Però nel deserto, quel che accade normalmente è che viviamo l'esperienza della essenzialità, veniamo, in certo modo "denudati", privati di tutto ciò che è superfluo, in modo da puntare tutto sull'azione invisibile dello Spirito.

Nel deserto viviamo anche l'esperienza del digiuno, del vuoto, perché, in genere, siamo portati sempre a riempire e riempire non soltanto in quella che è la naturale esigenza innata di sfamarci, ma riempire tutti i vuoti, come ad esempio lo stesso silenzio inaccettato. Per cui veramente diventa difficile riflettere su stessi.

Anche l'esperienza del silenzio è tipica nel deserto perché favorisce la meditazione e la preghiera
La Quaresima ci permette di riconciliarci con noi stessi e sicuramente di accettare le nostre fragilità. Gesu è in mezzo alle bestie, simbolo di forza e di disordine morale che incombe motivando ed offrendo nuove opportunità alla vita degli uomini.

Potremmo dire che quegli animali-mostri dovrebbero essere riconosciuti, accettati e respinti. Sono i nostri limiti, le nostrre derive caratteriali o le nostre inclinazioni al male il lavoro da compiere circa queste realtà è guardarle in faccia e gradualmente emarginarle.

Emarginare quei mostri, con tutto cio che rappresentano per allontanare da noi tutto ciò che ci rende a volte sgradevoli agli occhi degli altri. Sicuramente si tratta delle nostre fragilità che nel deserto diventano più evidenti e per le quali dovremmo fare i conti con noi stessi e gli altri.

Subito dopo, anche noi veniamo insidiati da Satana, dal male, da colui che compie il male ed è sempre in agguato, sempre pronto a giudicarci, ad illuderci di poter trovare con lui la via più breve.
La via indicata dal Signore, la via del bene, dell'impegno, è sicuramente caratterizzata dal sacrificio, dall'impegno appunto, perché è lì che noi troviamo la vera felicità, solo nel lavoro onesto e profondo su noi stessi non accaparrando brandelli di felicità illusoria tra le cose che passano.

Il deserto, è vero ci mette a nudo però quella che potremmo chiamare la logica del deserto ci permette anche di tornare agli altri, tornare alla Comunità, tornare in famiglia rinnovati, rigenerati da questo lavoro interiore compiuto.

Don Tonino Bello,quando proponeva un tempo per riflettere e rinnovarsi nello Spirito parlava di "logica di delle sabbie", che oltre ad offrirci opportunità di vita nuova per noi stessi o semplicemente un tempo favorevole, ci mette nella condizione anche di vivere delle alleanze nuove con gli altri, di capire meglio gli altri.
Perché se io capisco i "mostri" che sono dentro di me, quelle bestie di cui parla il Vangelo con il quale Gesù ha dovuto confrontarsi, quelle fiere che sono dentro di noi, se io riesco a comprendere e a chiamarle per nome, in qualche modo, comprenderò anche il fratello che mi sta accanto.

Dunque il deserto diventa un'occasione per preparare il corpo, lo spirito, ma soprattutto per ritornare ad affranchare lo spirito e riuscire a superare quella indiferenza che, in genere caratterizia il modo di vivere di tante persone.

Siamo in un contesto culturale in cui, diciamolo pure, è l'individualismo a fare da padone. Allora, noi con la nostra spiritualità, con la nostra ritrovata fede, possiamo essere testimoni di un mondo diverso, in cui la fratellanza, la solidarietà, il perdono, possono alimentare la comunione, rendere felici noi, i nostri fratelli, le nostre sorelle, dando un senso nuovo alla nostra vita.

don Alfonso GIORGIO



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