La parola di Dio ascoltata ci trasfigura

Pubblicato: 15/03/2025
La parola di Dio ascoltata ci trasfigura

In questa seconda domenica di quaresima passiamo dalle "tenebre" del deserto alla luce del monte.
Meditiamo sul Vangelo di Luca, (capitolo 9, versetti 28b-36), il racconto della Trasfigurazione di Gesù. È un episodio misterioso, straordinario in cui Gesù all'improvviso si manifesta nella sua gloria davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre apostoli che sono sempre vicini a Lui nei momenti piu delicati. Sul Tabor anticipa la sua risurrezione e mostra il senso ultimo del cammino cristiano. Si trattò solo di un momento ma certamente nel cammino dei discepoli, segno' un "prima" e un "dopo" che anche noi siamo invitati a vivere in profondità.

Anche se in maniera velata, dal Vangelo di oggi ci viene prospettata la croce. Dinanzi ai nostri occhi la croce luminosa che salva. Saremmo chiamati a seguirla cosi come si fa in questo tempo giubilare per giungere alla Porta Santa in San Pietro. Ci mettiamo in cammino per compiere insieme questo percorso nell'anno giubilare della "speranza che non delude" e che viene alimentata proprio dalla Luce di Cristo.
Il Vangelo di oggi ci rimanda a questa luce che viene dal Tabor, che rende incandescenti le vesti di Gesù. Siamo dinanzi ad un Gesù luminoso, splendido.

Perche' Gesù lascia che Pietro, Giovanni e Giacomo assistano a questo prodigio? Forse per farci capire che la prospettiva finale al termine del pellegrinaggio della vita è la Luce e che la croce su cui verrà crocifisso da strumento di morte diventerà per tutti noi segno di salvezza, luce eterna.

Va detto che anche solo umanamente nel corso della nostra vita abbiamo bisogno di fare ogni tanto, per cosi dire, un "bagno di luce" per essere pronti poi ad entrare in quello che è il "bagno delle tenebre" del Getzemani e del calvario, quando Gesù sarà crocifisso. Sì è vero, dobbiamo fare fronte a tutto questo, dobbiamo entrare nelle tenebre, ma ci consola il fatto che Gesù "ha vinto il mondo", che lui è la Luce del mondo e le tenebre saranno sempre diradate dalla Sua presenza. Ecco perché i tre prediletti vengono portati da Lui sul Tabor, perché vivendo questa esperienza luminosa di intensità, di preghiera e di amore per Cristo maturino il desiderio di stare con Lui. Alla fine vogliono rimanere lì, perché "è bello" stare con Gesù. Del resto questo dovrebbe essere il frutto della preghiera: entrare nella bellezza di Dio, sperimentare la Sua Bontà e desiderare di restare sempre uniti a Lui.

Ma il problema è che il cammino va fatto insieme e in tutte le circostanze della nostra vita, non solo nei momenti di Grazia, anche nei momenti tristi; nei momenti dolorosi come nei momenti luminosi. Gesù su quel monte li vuole preparare e rassicurare rendendoli autonomi, affinché comprendano che attraverso la preghiera e soprattutto attraverso questa esperienza di luce possano essere pronti ad affrontare ogni situazione, anche la piu tenebrosa con queste scheggie di luce ricevute sul monte.
È un messaggio anche per noi, affinché nei momenti difficili della nostra vita non dimentichiamo quello che Gesù ha fatto per noi, come ci ha amati, come è venuto incontro alla nostra debolezza.
Specialmente in questo Anno Santo, idealmente, come i pellegrini di tutto il mondo seguiamo Gesù, seguiamo la croce, stiamo con Lui e non perché vogliamo vivere una vita triste, ma piuttosto perché sappiamo che quello che ci aspetta e' la luce che ci trasforma e ci da' gioia.

Credere in Dio è bello perché sapere di essere figli amati fino alla morte è una grande consolazione. Senza Dio è solo il vuoto e la "di-sperazione". La Sua Parola è potente e ci trasforma a tal punto da renderci testimoni della Sua bellezza, della bontà e della grande opportunità di stare con Lui. Così come diceva Don Tonino Bello: "se ascoltiamo l'invito del Signore saremo trasfigurati, noi e tutti coloro che incontreremo saramo felici di aver fatto la nostra conoscenza, che poi è la conoscenza del Signore perché noi siamo solo dei tramiti, perché Lui è la fonte, il centro, l'alba, l'attesa, il principio, la fine, il punto di riferimento di tutto".
È bello sapere di poter essere strumenti di luce nelle mani del Signore tanto che conoscendo noi potranno conoscere Lui.

....Noi "illuminati" abbiamo dunque questa responsabilità di essere segno, frammento di quella Luce che abbiamo incontrato sul monte della nostra preghiera, della nostra vita di fede.

don Alfonso GIORGIO



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