La Quaresima: tempo in cui viene restaurata la nostra dignità

Pubblicato: 05/03/2022

Lc 4,1-13

La Quaresima: tempo in cui viene restaurata la nostra dignità

Il tempo di Quaresima è appena iniziato e la liturgia di oggi con il vangelo ci rimanda alla famosa quarantena vissuta da Gesù nel deserto e alle tentazioni cui si è lasciato sottoporre. Bè, in questo periodo storico di quarantene, in qualche modo ne sentiamo parlare o addirittura ci capita di viverle in prima persona a causa del Covid 19: un’esperienza triste di lontananza dagli altri, di chiusura e isolamento. Sicuramente saranno stati meno di quaranta giorni, ma tutto ci riconduce a quella antica quarantena, a quei 40 giorni di Gesù.

Non possiamo comprendere la Pasqua, non possiamo giungervi con convinzione di fede se non dopo aver attraversato l’esperienza delle tentazioni, proposta da questa famosissima pagina del vangelo. E’ importante da un punto di vista spirituale perché questa pagina ci dice realmente quello che noi siamo: creature fragili costantemente sottoposte alla tentazione.

Il male è sempre vicino a noi e in qualche modo vorrebbe addomesticarci; ammantandosi di bene si presenta ai nostri occhi come un bene fruibile, un bene necessario da cui non poter prescindere, ma in realtà si tratta solo di insidiose tentazioni.

Tutte le tentazioni, in generale, ogni tipo di tentazione è riconducibile sempre a quelle tre famose tentazioni: fa che queste pietre diventino pane, “come se tutto si potesse ricondurre all’economia e al ventre” – in questo modo si esprimeva don Tonino Bello: “convertire i sogni in assegni circolari” in modo che vengano quantificati e accolti come una possibile fonte di guadagno e di potere, come se niente possa esistere al di fuori del denaro.

Niente poesia ma solo ricchezza, ecco l’altra tentazione. La tentazione della spettacolarità, del prodigio: il distorcimento della religione a scopo di interessi personali: “gettati dall’alto e gli angeli verranno a prenderti”. Uno spettacolo funzionale ai progetti di Satana.

“Ti darò in mano a tutti i regni nel mondo” questa è la terza tentazione. Si tratta del potere, cioè di indurre l‘altro a desiderare potere, incitandolo ad imporsi sugli altri, specialmente più deboli. In una visione del genere ciascuno dovrebbe “salire sulle spalle dell’altro” ed imporsi. Al riguardo don Tonino si esprimeva con parole molto eloquenti: “schienare il prossimo, perché dipenda da me” in modo da “togliergli l’aria perché deve essere indotto a  respirare dalle  mie bombole”. In una parola: sottomissione dell’altro, esercitando un potere sull’altro.

Le risposte di Gesù sono molto eloquenti e nette: per la prima tentazione è la Parola ad avere il primato, poiché “non di solo pane vive l’uomo”.

In riferimento alla seconda tentazione è sempre la Parola a determinare il progetto di Dio che è la più grande risposta alla spettacolarità. Non è necessario gettarsi dall’alto per manifestare la potenza di Dio, ma piuttosto è necessaria una progettualità che ti porti a desiderare la pace e a dare pane a tutti, in modo da infondere a tutti serenità così che nessuno si senta schiacciato dall’altro. 

Poi abbiamo la terza parola che fa riferimento al possesso, alla ricchezza e, di contro, la protesta di Gesù: “vattene satana”, “vade retro satana”. E’ un esempio per noi che nelle tentazioni dovremmo contrastare fortemente il male. Non rimanere neutrali di fronte al male, perché la neutralità è già in qualche modo complicità.

Non si può non dire “no” al male, non si può vivere una vita disordinata, confusa a tal punto che diventi addirittura una prassi, perseguire un bene e al tempo stresso accogliere anche un male.

Gesù ci ricorderà che “non si può servire a due padroni”.  Il male va rigettato con dei no decisi!  In questa Quaresima, palestra di vita e tempo favorevole per tornare a Dio, il Signore ci invita a dire con fierezza e serenità “si” al bene che viene dal Suo cuore ma anche, con fermezza no al male!

Questa Quaresima continua ad essere segnata dalla pandemia e dalle misure anti-Covid ed è funestata anche dalla guerra in Ucraina che sta scuotendo anche la vita ecclesiale. A riguardo Papa Francesco ha scritto per l’omelia del Mercoledì delle Ceneri: «Imploriamo da Dio quella pace che gli uomini da soli non riescono a raggiungere e a costruire». Ciononostante siamo invitati a non sciupare questo “tempo favorevole”, poiché, in sè stessa, la Quaresima va colta come il tempo in cui veramente può essere restaurata la nostra dignità di uomini e donne, resi figli dallo Spirito Santo. E’ chiaro che va fatto un discernimento forte su ciò che è inutile e su ciò che veramente è essenziale, in altre parole su ciò che veramente è vita in se stessa e dà vita, quindi l’amore, quindi tutte quelle realtà che ci riportano a un quadro di comunione, alimentato dallo stare insieme tra fratelli e sorelle; del condividere con chi è indigente; dello stare attenti a dove si incarni oggi l’idea che Dio ha dell’uomo, e si incarna - ancora oggi - in chi solleva le braccia per disperazione, per fame, per bisogno, per necessità.

don Alfonso GIORGIO



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