Lo Spirito parla nelle nostre "sabbie"

Pubblicato: 08/03/2025
Lo Spirito parla nelle nostre "sabbie"

E' niziato il tempo di Quaresima, un tempo lungo certamente, ma anche tanto intenso; un tempo nel quale idealmente compiamo un cammino che inizia con il deserto e ci porta in quel giardino nel quale troviamo il sepolcro vuoto della Resurrezione.

E' nel deserto che Gesù viene tentato. Viene inflitta la Sua umanità, anche se non si lascia andare assolutamente, ma questo accade soprattutto affinché noi comprendiamo la necessità di entrare nel deserto perché è proprio lì che Signore ci parla.

Lo Spirito cosi come affermava don Tonino Bello, ci parla nelle sabbie, cioè nel silenzio e quando taciamo noi e quando avremo capito che c'è da tacere, allora il Signore potrà parlare. Nel silenzio la Sua parola sarà indubbiamente, una parola di richiamo per noi alla conversione, al sacrificio di noi stessi ma anche all'amore, in senso ampio.

Va anche sottolineato che questo episodio della tentazione nel deserto ci rimanda ad un fatto fondamentale per la nostra vita di fede: la necessità di dover scegliere sempre fra "due amori": l'amore per le cose, per il potere, per il successo, per il denaro o l'amore per Cristo. L'amore per l'umano nel senso piu materialistico ed egoistico del termine o l'amore per gli altri, per il prossimo, nella solidarietà, umiltà e servizio agli altri. Gesù ci prospetta questa possibilità attraverso il suo esempio, prendendo le distanze da tutto ciò che ci chiuderebbe solo nei nostri bisogni materialistici perché "non di solo pane vive l'uomo" o nella nostra smania di potere.

Gli unici segni che ci rendono felici - per dirlo ancora con don Tonino - e che possiamo tenere presenti; l'unico potere accettabile è quello dei segni: carità e umiltà. Sono i "segni" necessari che ci conducono pian piano ai piedi della croce e ci permettono di vivere intensamente la Passione e la morte di Cristo in croce. Sicuramente questo è il cammino che siamo chiamati a compiere: affrancarci da tutto ciò che ci allontana da Dio e dagli altri per vivere l'intensità, la profondità del rapporto con Lui in questo tempo di Quaresima.
Il Vangelo ci ricorda che "dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato".  Il momento fissato è quello del Getsemani, quando Gesù si domanda se rimanere o scappare. Anche in quella circostanza Gesù è in qualche modo tentato, se vale la pena affrontare la Passione o se è inutile, se gli uomini capiranno il suo gesto, o no.

Gesu' deve scegliere, ma l'Amore per noi lo spinge ad accettare la croce. Cosi facendo il Signore alimenta la speranza di ogni uomo, in ogni tempo e in ogni circostanza. Citando ancora don Tonino Bello possiamo affermare che a partire da quel deserto viene appagato il desiderio di compimento "che non possiamo strapparci di dosso, perché intrinseco alla nostra stessa natura umana". Ma siccome il nostro sperare deve essere ragionevolmente fondato ecco che "la ragionevolezza della speranza trova il suo solido fondamento nell’essere inchiodata alla croce e nascosta nella tomba di Cristo. Da questi luoghi, trae alimento la vita e risorge un nuovo mondo dall’oscurità delle tenebre".

don Alfonso GIORGIO



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