Nel cavo della mano di Dio

Pubblicato: 12/11/2022

Lc. 21,5-19

Nel cavo della mano di Dio

"Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".
Sono parole quelle del Vangelo di questa domenica che ci sconvolgono non poco. Il Signore usa immagini e simboli che, in primo acchito immettono terrore e incertezza nei nostri cuori…c'è però un "ma" rassicurante: "ma nemmeno un capello sarà tolto...". Sì, accadranno cose terribili ma noi saremo salvi perché il Signore metterà le sue mani sul nostro capo e ci custodirà' e non sarà la fine, piuttosto sarà l'inizio di un tempo nuovo, un tempo senza tempo e senza spazio, un tempo eterno e pieno di gioia, non la fine del mondo quindi,  ma l'inizio di un nuovo mondo da anticipare già, qui ed ora.
C'è  un mutamento che risiede nella nostra coscienza; Dio ci ha ridato la vita con Cristo e con Lui ci ha risuscitati, ci ha ridato una coscienza nuova che ci permette di attuare il Regno quaggiù in prospettiva del Regno eterno.
Il Signore evoca un turbinare di astri e di pianeti che  esplodono. Una immensità che si consuma.   
Su questo punto anche gli scienziati più scettici lo ammettono: una fine di tutte le cose ci sarà. Eppure non è di questo che ci vuole rendere edotti Gesù, la sua più profonda attenzione è per ciascuno di noi, per ognuno di noi presi singolarmente.
La sua attenzione è sorprendente, il suo sguardo è dettagliato perché per Lui anche il singolo capello di ogni singola persona è importante! 
Siamo salvi per il Suo Sangue, per Grazia non per merito nostro! Secondo la cultura e la teologia ebraica quando una donna da’ alla luce un figlio è il suo sangue che viene fecondato e così da "negativo" diventa per così dire "positivo" capace di dare vita. Così  fa Gesù  con noi, il Suo Sangue versato dalla croce diventa per noi il grembo di una nuova vita, di una nuova coscienza di fede, con la capacità  umana e spirituale di rimanere indenni anche in mezzo a tante catastrofi, a tanti disagi e persecuzioni in qualunque momento della nostra vita e a qualsiasi livello, anche quando sarà  la fine di tutto!
Allora non è la fine del mondo quella che Gesù fa intravedere, ma piuttosto "il fine" del mondo, del mio mondo personale, talvolta caratterizzato dall'orgoglio e dalla presunzione di essere giusti.
C'è sempre una radice di distruttività nelle cose, nella storia, in me, ed io insieme a tutti gli altri e la conosciamo fin troppo bene, ma siamo certi in Cristo che tutto ciò non vincerà perché nel mondo è stata immessa quella Grazia che viene dal Sangue di Cristo versato per noi.
Un giorno non resterà pietra su pietra di quel famoso Tempio di Gerusalemme costruito da mani d'uomo; non resterà  nulla delle nostre grandiose costruzioni, delle piramidi millenarie, della magnificenza della Basilica di San Pietro o di Notre Dame, ma l'uomo salvato resterà per sempre, lui piccolo frammento dell'universo e nemmeno un suo più piccolo capello andrà perduto.
Crollerà  tutto anche le chiese, le più artistiche, le più belle, ma  l'Amore di Dio non finirà mai e l'uomo resterà, nella sua interezza a prezzo di quel Sangue prezioso. Ecco perché il Signore ci esorta a non chiuderci mai nella rassegnazione: alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. In piedi, a testa alta, occhi alti, liberi, profondi. Sollevate il capo, e guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che appare: viene continuamente Qualcuno il cui nome è Salvatore, esperto in nascite e rinascite dal Suo stesso sangue.
Non siamo mai soli persino Maria madre di Gesù e nostra ci rimane accanto ed a Lei dovremmo sempre rivolgerci nei momenti di sconforto. Intense e molto  profonde le parole usate da Don Tonino Bello per la preghiera:
" Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci sfiora la tentazione di farla finita perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi".

don Alfonso GIORGIO



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