Perdonare è con-donare

Pubblicato: 18/02/2023

Mt 5,38-48

Perdonare è con-donare

Siamo ancora nel tempo ordinario e il Vangelo fa riecheggiare quell’antico precetto babilonese: antico “occhio per occhio, dente per dente…”. E’ Gesù a ricordarcelo ma fa parte di una cultura passata che Gesù stesso vuole superare con l’espressione: “voi avete inteso che fu detto…”. Era una legge che serviva a contenere la spirale di violenza anche se finiva ugualmente per alimentarla poiché legittimava, in qualche modo, un regime comportamentale violento e vendicativo. In Gesù tutto questo assume, un valore diverso. Potremo dire che da Lui viene in qualche modo abrogata? Intanto non essendo questa una legge divina ma dettata dagli uomini può essere superata.

A Gesù preme invitare tutti a praticare il perdono, l’amore reciproco e l’accoglienza persino del nemico. Per questo motivo propone una via nuova, una via che in qualche modo rende l’altro in qualunque stato si trovi, un fratello, una sorella da amare nonostante tutto. Propone potremmo dire, qualcosa di utopico: l’amore dei nemici. Però se anche dai cristiani l’amore per i nemici viene considerato un’utopia, quindi qualcosa di irraggiungibile, allora dovremmo ammettere con onestà che il cristianesimo è finito, perché il messaggio cristiano si caratterizza proprio per questa specificità. La storia della Chiesa e dell’umanità è piena di testimonianze grandiose di fratelli e sorelle nella fede che sono riusciti fino all’ultimo a perdonare, sempre, anche i propri carnefici, perdonare loro, come Gesù ha perdonato. 

Gesù ha iniziato per primo quando per noi, per la nostra salvezza, ha preso su di sé il peccato dell’uomo, anzi  tutti i peccati dell’umanità e li ha portati su quella croce che da strumento di morte e divenuto segno di salvezza. Si è sacrificato per noi, ha perdonato i suoi crocifissori, i suoi nemici perché per lui non ci on nemici ma persone da amare sempre.

Quindi le sue non sono state solo parole poiché, nella sua piena umanità e divinità, è riuscito a testimoniarci questo grande amore per l’uomo e ancor più per i peccatori indicandoci la via giusta da percorrere: “avete inteso che fu detto, ma io vi dico”. In quel “ma” inizia un cambiamento, potremmo dire, una rivoluzione, che non è solo una rivoluzione di tipo culturale, - anche se il Vangelo non può non essere inculturato – ma l’immissione di un nuovo modo di guardare agli altri  non utopica ma possibile. Del resto le testimonianze del passato e del presente, ce lo confermano.

Se pensiamo a uomini di fede come il compianto fratel Biagio, che ci ha lasciato nel mese di gennaio 2023, capiamo subito che cambiare è possibile che un mondo diverso è possibile. I più lo ritenevano un depresso, un povero illuso specialmente all’inizio del suo cambiamento di vita e lo accusavano di essere un sognatore, lo denigravano, così come è accaduto a tanti cristiani quando hanno preso sul serio il Vangelo, però adesso, tutti lo riconoscono come un “santo” perché ha vissuto il Vangelo in pienezza e perché veramente ha operato in sé un grande e autentico cambiamento di vita.

Il  maestro ci propone un’ alternativa radicale alla “legge del taglione”: la via nuova della “mitezza”, della “non vendetta”, perché solo così può essere stroncata la spirale della violenza, che genera altra violenza. L’odio può essere stroncato solo con il perdono. La violenza può essere disarmata solo con la misericordia. Queste pagina del Vangelo, non è solo una bella catechesi, ma è anzitutto un ritratto effervescente della vita di Gesù che per primo ha perdonato.

Questo del perdono dei nemici è l'ultimo insegnamento che riceviamo nel famoso discorso della montagna ed è senza dubbio il più sconvolgente. Il maestro ci propone una espansione ampissima dell'amore: il tuo prossimo non sono solo coloro che tu già ami, ma  è anche il tuo nemico. Il tuo prossimo è la persona che odi o che ti odia, che magari non riesci a perdonare, è chi sparla di te, è chi ti tratta come uno tappeto su cui scuotere la polvere. Quella persona è il tuo prossimo da amare e per il quale pregare. Questa è la vera sfida del cristianesimo: dilatare il cuore  per amare senza misura..

E’ un Vangelo impegnativo ma affascinante che ci esorta a chiederci di fronte al male che è nel mondo, di fronte a questa sete di vendetta, e al proliferare delle baby gang ad esempio, che usano come criterio di fondo proprio la prontezza nell’attaccare e distruggere, rispondendo alla violenza con altrettanta violenza; di fronte alle guerre, di fronte a tutte queste ingiustizie; personalmente: chi sono io? Mi devo necessariamente rispecchiare in questo male, in queste brutalità? Devo fare come loro, devo essere come loro, devo propinare violenza, guerra, vendetta? Devo promuovere violenza? Se sono un cristiano non posso che amare sempre, persino il nemico. Devo perdonare. A riguardo don Tonino Bello ricordava che l’uomo è stato creato da Dio perché ami, questo è certo, ma “solo chi perdona può parlare di pace e teorizzare sulla non violenza”. E’ importante, dunque il perdono.

Don Tonino lo sapeva bene, possiamo parlare di pace, possiamo promuovere pace, possiamo invocare la pace, quando siamo capaci di perdonare, perché diceva, il perdono è un “dono per” un dono “con-donato”, un dono da Dio e di Dio che quando giunge al destinatario portare in se anche questa caratteristica particolare di “con dono” del fratello. Allor non mi resta che augurarvi di con-donare. Condoniamo i peccati ai fratelli, condoniamo, cioè amiamo e perdoniamo allora si che si comincerà a creare un mondo nuovo,  a cominciare dal nostro piccolo mondo.

don Alfonso GIORGIO



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