Prima domenica di Avvento

Pubblicato: 27/11/2021

Lc 21,25-28.34-36

Prima domenica di Avvento

"VI  saranno segni nel sole nella luna e nelle stelle, sulla terra angoscia di popoli" anche in questa domenica, prima di Avvento ci viene data un po' una descrizione di quello che dovrà essere alla fine, la fine dei tempi, la venuta ultjma e definitiva del Figlio dell'uomo, del figlio di Dio che ritorna sulla terra, ma quello che ci preme sottolineare in questo tempo  privilegiato di attesa è che ci viene data la possibilità di "allenarci" in qualche modo di entrare in una sorta di palestra spirituale.

Queste quattro settimane sono un tempo nuovo e, ancora una volta, un tempo propizio che ci viene consegnato affinché meditiamo il mistero della fede in Cristo Gesu' che risorgendo dai morti ha vinto tutto questo, andando oltre le angosce e le paure, nella prospettiva futura della sua venuta. Questo Tempo di Avvento chiaramente ci rimanda anche alla prima venuta nella carne di Gesù, il Suo Santo Natale, per cui è  bello anche vivere  questo tempo di attesa  nella gioia e nella gratitudine, ma non senza nutrire la speranza. A riguardo mi sembra che mai come in questo tempo abbiamo bisogno di alimentare le nostre speranze affinché veniamo liberati da ogni pericolo, da ogni minaccia anche virale. Se lo vogliamo  veniamo sostenuti dal Signore stesso ma dobbiamo prenderne consapevolezza. Il Signore viene sempre; di fatto, non ci sarebbe bisogno di vivere un altro tempo di avvento e di conseguenza arrivare fino al Natale, perché  il Signore sta sempre con noi e viene sempre quando noi lo invochiamo, quando noi prendiamo consapevolezza della Sua presenza nella nostra vita.

La Parola ci incoraggia poiché nonostante i disagi descritti dai vangeli ci è data l'opportunità di "risollevarci"; molto bella questa espressione che troviamo nella Bibbia: "risollevatevi, alzate il capo". Del resto un cristiano senza attesa è un cristiano che rimane nella mediocrità, vive una vita in maniera troppo superficiale ripiegandosi su stesso.

E' bello attendere gioisamente nella speranza: è il rialzarsi tipico di chi crede. In genere siamo tentati di guardare solo alle cose immediate, forse per non inciampare nelle macerie che ingombrano il nostro cammino, ma se non risolleviamo il capo non vedremo mai nascere la luce dentro di noi. Uomini e donne in piedi, "in piedi costruttori di pace" affermava don Tonino Bello! A testa alta, occhi verso il sole: così vedono i discepoli il Signore. Gente dalla vita verticale. Allora il nostro compito è di sentirci parte dell'intero cosmo, avvolti da una luce grande, connessi a una storia immensa, dove anche la mia piccola vicenda risulta preziosa e potente, perché piena di Dio: «Cristo può nascere mille volte a Betlemme, ma se non nasce in me, è nato invano». Questa dinamica di attesa come affernava don Tonino Bello "alzatevi" significa riconoscere che le nostre braccia si sono fatte corte, per abbracciare la speranza del mondo". Il Signore ci sprona a risollevarci e ciò significa, come don Tonino Bello ricorda "abbandonare il pavimento della cattiveria, della violenza e dell'ambiguità". "Alzatevi" significa puntare lo sguardo verso il futuro dove egli verrà nella Gloria per portare a compimento le sue opere della salvezza.

"Levate il capo" che cosa significa? Fare un colpo di testa, cioè agire, muoversi". Possiamo dire quindi che "levare il campo" significa essere convinti che il Signore viene oggi e viene in ogni momento della nostra vita. Significa prendere consapevolezza della presenza del Signore nella nostra vita che viene a dare un senso a tutto, anche alla sofferenza.

"Siamo tentati di guardare solo alle cose immediate, forse per non inciampare nelle macerie che ingombrano il terreno, ma se non risolleviamo il capo non vedremo mai nascere arcobaleni. Uomini e donne in piedi, a testa alta, occhi nel sole: così vede i discepoli il Vangelo. Gente dalla vita verticale. Allora il nostro compito è di sentirci parte dell'intero creato, avvolti da una energia più grande di noi, connessi a una storia immensa, dove anche la mia piccola vicenda è preziosa e potente, perché gravida di Dio: «Cristo può nascere mille volte a Betlemme, ma se non nasce in me, è nato invano» (Meister Eckart). 

don Alfonso GIORGIO



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