Problemi di connessione

Pubblicato: 18/05/2022
Problemi di connessione

Bisogna dire che a ben guardare, nonostante l’agilità e la rapidità dei contatti sulla rete, soprattutto con quelle persone che prima risultavano irraggiungibili, ugualmente abbiamo  “problemi di connessione”. Anche se non si tratta di quelli generati da internet. Sono le paradossali difficoltà di comunicazione intrafamigliari che vengono allo scoperto o che si acuiscono in contesti di eccessiva vicinanza nelle mura domestiche. Per cui può verificarsi che un bambino, un adolescente o un giovane siano presenti solo fisicamente nelle mura di casa ma, di fatto, lontani dal cuore dei propri cari perché trascurati dagli stessi, magari proprio a causa dello stato generale di frustrazione. Il più delle volte sono soli con il proprio Tablet, con il computer  o con lo  Smartphone.

Si fa strada facilmente l’illusione della realtà, in un mondo virtuale che allontana dagli altri e soprattutto da chi ti sta più vicino. Ecco perché non bisogna assolutamente perdere quest’occasione per stare di più con gli altri, a cominciare dai propri cari, privilegiando l’ascolto e la vicinanza rassicurante e gioiosa. In situazioni critiche hanno evidenziato tanta povertà relazionale e un difficile dialogo intergenerazionale. Le notizie che riceviamo registrano situazioni a dir poco allarmanti, derivate dalla solitudine, dall’isolamento sociale forzato, dall’aumento delle malattie legate al disagio mentale e da tante altre  nuove povertà. Sono soprattutto i malati, le persone con disabilità , gli anziani, i giovani, gli adolescenti,  le famiglie ridotte in povertà dalla crisi economica, le categorie che particolarmente ci interpellano. In questo contesto, dopo quasi un anno di lockdown, sono ancor più i bambini a pagare il prezzo più alto. E’ stato loro tolta la possibilità di stare con gli amici, per cui le occasioni di gioco di gruppo sono pressoché inesistenti e la solitudine aumenta. In alcuni casi l’unico modo per stare con gli altri è l’utilizzo dello Smartphone che troppo precocemente è stato loro consegnato. Da un punto di vista psicologico è noto che un bambino troppo piccolo non è in grado di sostenere certi dinamismi insiti alle attività virtuali e, di conseguenza, non riesce facilmente e mentalmente a operare una distinzione netta tra virtuale e reale. Se poi a questo si aggiunge un disagio famigliare o una qualche sofferenza personale, gli esiti possono essere veramente devastanti. Può accadere che un gioco online si trasformi in una tragedia mortale come è accaduto recentemente a Palermo e a Bari. Viviamo  un tempo assurdo che “ci sta rinchiudendo nelle nostre paure”, ha affermato l’arcivescovo di Bari, mons Giuseppe Satriano - incapaci come siamo di affrontare la vita con il coraggio di educare, mettendoci in gioco e offrendo opportunità qualificate che sostengano e tutelino il cammino dei più fragili, dei più piccoli, tra noi”[1].

All’interno delle criticità che attraversiamo, allora è necessario rimanere uniti, “connessi” appunto, al fine di  affrontare le diverse fragilità in modo che nessuno sia lasciato solo di fronte allo scombussolamento psicologico, economico e spirituale che stiamo sperimentando.

Uniti per testimoniare il Cristo Risorto

Il nostro compito di cristiani è testimoniare la gioia del Risorto[2]  restando uniti, anche in mezzo a tante sofferenze. Dovremmo essere una presenza di amore e di speranza per tutti anche per i dubbiosi e gli incerti. Ma dove trovare le forze? Dove attingere il coraggio e la gioia di testimoniare? Mentre “la connessione digitale non basta per gettare ponti, non è in grado di unire l’umanità”[3], la connessione con Dio, invece, nella preghiera, libera il cuore da ogni pesantezza spirituale e morale e lo rende capace di comunicare con tutti al di là di ogni limite o difetto di connessione. L’ascolto della Parola di Dio ci guarisce e ci rende capaci di uscire da noi stessi per affrancarci non solo dal Covid ma anche da quel “virus mortifero dell’indifferenza, dell’autoreferenzialità che ci isola dagli altri e ci ripiega su noi stessi”[4]

A livello sociale-istiuzionale in questo periodo di lotta contro il virus, giocoforza, abbiamo imparato che il coordinamento di tante piccole scelte individuali, sotto la guida di istituzioni attente al bene comune, è la chiave per la soluzione dei problemi”. Basti pensare al continuo invito da parte delle istituzioni al distanziamento fisico e al restare a casa per cui i comportamenti individuali, spinti dal senso civico ma anche da un sistema di norme e di sanzioni, sono stati quasi sempre conseguenti. Sicuramente andrebbe consolidata questa capacità di coordinamento nel dopo-pandemia, mobilitando le energie secondo scelte civiche di sobrietà, stili di vita sostenibili, attenzione all’altro, soprattutto al più fragile[5] e con l’impegno di lavorare sempre “connessi”, gli uni accanto agli atri.

Restare uniti e connessi significa dialogare, incontrarsi e  trasmettersi, reciprocamente,  tutte quelle belle iniziative di carità  che, come singoli o come gruppi e comunità, stiamo già realizzando in uno spirito di servizio umile e generoso, consapevoli che può servire “con amore solo chi comprende che tutto, nel suo esistere, è dono e che la sua stessa vita acquista senso solo nel donarla”[6]. Solo così ci sentiremo Chiesa sulla strada, affianco a chi soffre ed è solo, abbandonato e soprattutto avremo modo di scoprire insieme nuovi modi di vivere il Vangelo oltre il tempo della pandemia. Il lavoro reciproco di comunicazione delle opere belle che compiamo ci permetterà di aprire nuovi orizzonti su tante possibili nuove strategie di evangelizzazione che questo tempo apparentemente improduttivo sta dischiudendo, spesso a nostra insaputa.

don Alfonso GIORGIO

[1] G. Satriano, Omelia al funerale del piccolo Pietro, 30 gennaio 2021

[2] Cfr. Statuto del Movimento apostolico ciechi.

[3] Francesco, Fratelli tutti, n.43

[4] G. Satriano, Omelia in  Basilica di S Nicola , Bari 7 febbraio 2021

[5] Cfr. C. Caporale- P. Alberto (Edd.), Pandemia e resilienza Persona, comunità e modelli di sviluppo dopo il Covid-19  Consulta Scientifca del Cortile dei Gentili, Cnr Edizioni, Roma 2020, 21.

[6] G. Satriano, Omelia in  Basilica di S Nicola , Bari 7 febbraio 2021



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