Qual è il tuo desiderio più profondo?

Pubblicato: 13/01/2024

Gv 1, 35-42

 Qual è il tuo desiderio più profondo?

Questa è la seconda domenica del tempo ordinario; il Tempo di Natale è ormai terminato e subito veniamo, in qualche modo, sollecitati da un interrogativo di fondo che Gesù pone ai primi discepoli, coloro che in un primo momento seguivano Giovanni Battista, ma poi si sono lasciati coinvolgere da questa figura nuova apparsa ai loro occhi che è Gesù. Sentendolo parlare e sentendo Giovanni, soprattutto il modo con cui ne parlava, si sentono attratti e lo seguono volentieri.

Risulta strana la reazione di Gesù. Anziché accoglierli, magari manifestando un suo programma o delle sue attese, pone loro un interrogativo che sicuramente riguarda pure noi. Ogni persona che vive al mondo, sicuramente cerca qualcosa: “che cercate?”

E’ una domanda che scava nella coscienza e mette in luce quello che dovrebbe essere il fondamento della nostra esistenza, il suo fine ultimo.

Gesù piuttosto che guardare a se stesso, a quelle che potevano essere le sue aspettative, le sue esigenze personali di Rabbi, (di Maestro), in quanto Figlio di Dio venuto sulla terra, o evidenziare una necessità di crearsi un seguito, piuttosto che guardare ai suoi interessi guarda al cuore di queste persone che lo vogliono seguire, perché Lui ha a cuore quello che è dentro di  noi, nel nostro profondo: il nostro desiderio più nascosto e ci fa capire poi, in tutto il Vangelo e con la sua stessa vita che quello che noi cerchiamo veramente è la felicità. Una beatitudine vera, una spiritualità, una felicità che ci appaghi davvero.

I due nuovi seguaci di Gesù si lasciano coinvolgere da Giovanni. Questo significa che davvero Giovanni, dà un’ottima testimonianza di fede. Su questo punto anche noi dovremmo verificare se la nostra fede, se la fede di tanti gruppi e realtà associative nella Chiesa, coinvolgono ancora i nostri ragazzi, i nostri giovani, se sono realtà inclusive o invece esclusive. Spesso queste realtà aggregative ecclesiali, pensano di avere l’esclusiva e quasi con fare settario dichiarano di essere gli unici con espressioni del tipo: “solo noi possiamo coinvolgerti, solo se vieni da noi potrai trovare la la vera felicità”. E’ terribile! E’ come mettere un recinto alla Grazia di Dio. Gesù invece guarda al cuore e ci dice che noi stessi possiamo trovare la felicità nell’ εὐαγγέλιον (euanghélion), nella “Buona notizia”, nel Vangelo, nella Sua persona, mettendoci alla Sua sequela, nella Chiesa. 

Tutti cerchiamo la felicità, i giovani, in modo particolare, rendono più evidente questa necessità interiore, ma nel cercarla, troppo spesso vengono distratti da tante cose che li portano fuori strada.

Talvolta è proprio l’esempio sbagliato di tanti adulti a distrarre. Vivere in maniera frenetica, con la sola aspettativa di produrre, di accumulare cose, per cui tutto vale solo se c’è un guadagno, se c’è un tornaconto, un ritorno economico, eccetera., significa non vivere, non amare e non essere amati.   

Ci auguriamo che i nostri ragazzi e le nostre ragazze, i nostri giovani, attraverso il nostro esempio, possano davvero trovare la felicità nelle cose che contano e particolarmente in Gesù, il “rivoluzionario” di tutti i tempi perché, se siamo onesti con noi stessi, dobbiamo ammettere che solo Lui può appagare la sete di felicita che c’è in noi.

Don Tonino Bello parlando proprio ai giovani affermava che mentre tutti cercano nelle cose, nei soldi, nella bellezza di una donna – anche se fosse a livello di un’attrice di Hollywood - , la felicità, non è lì che può essere trovata in tutta la sua pienezza e verità perché, poi ci si accorge che tutte queste cose  hanno dei limiti e svaniscono: i soldi non bastano mai e deviano dall’amore, le cose diventano ingestibili e distraggono, la bellezza esteriore sfiorisce, ecc.  e presto o tardi capiamo quanto sia importante Gesù per noi, quanto sia importante essere amati e amare e quanto vere siano le Sue parole perché, davvero, solo  attraverso Lui è possibile vivere veramente felici.

don Alfonso GIORGIO

 



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