San Rocco, “Pietra Viva” e irremovibile credente in Gioia del Colle

Pubblicato: 16/08/2022
San Rocco, “Pietra Viva” e irremovibile credente in Gioia del Colle

La vita

San Rocco di Motnpellier nato tra il 1345 e il 1350 è una figura di santo che già da quando era in vita acquisì una fama di santità e di mistero tutto particolare. Figlio del governatore locale, quindi di famiglia benestante e cristiana visse in un periodo in cui l’Europa era  segnata dal flagello della peste (in solo due anni morirono circa 20 milioni di persone) e in cui la Chiesa attraversava un forte momento di crisi.     

A solo 20 anni quando restò orfano di padre e madre e decise, forse seguendo le ultime volontà del  padre morente, di seguire il Signore. Probabilmente entrò nel terz'ordine francescano, e per questo, lasciò tutti i suoi beni, vestì l’abito del pellegrino e si recò in pellegrinaggio a Roma.  

Durante il suo viaggio non fece altro che dedicarsi alla preghiera, all’assistenza e alla cura dei malati di peste. Ne guarì molti. Lo faceva con la preghiera e tracciando un miracoloso segno di croce sulle ferite degli appestati. Per questo la sua fama di guaritore si diffuse rapidamente dappertutto. Ma la cosa paradossale è che mentre si trovava a Piacenza si ammalò anche lui e  in quella città, pur essendogli stati attribuiti moltissimi miracoli di guarigioni, fu emarginato a causa della stessa malattia e delle sofferenze terribili che lo portavano a lamentarsi tantissimo. Fu allontanato dall'Ospedale perché “disturbava” con i suoi lamenti, poi fu incarcerato e restò per 5 anni in carcere, dove morì, trentaduenne, nella notte tra il 15 e il 16 agosto di un anno imprecisato, tra il 1376 ed il 1379 nel silenzio e nell’anonimato.

Solo dopo la morte lo riconobbero per via della croce vermiglia impressa sul suo corpo. Tutto il popolo si mostrò affranto e la sua fama di guaritore si estese in un modo ancora più capillare ovunque tant’é che per possedere le sue reliquie e godere della sua protezione il corpo del Santo venne trafugato dalla chiesa di Voghera e portato a Venezia. Patrono di numerose città e paesi, ancora oggi è il santo, dopo Sant’Antonio da Padova, che ha il maggior numero di luoghi di culto dedicati, a livello mondiale.  In Italia quasi 60 località portano il suo nome e a lui sono dedicate oltre tremila tra chiese, oratori e luoghi di culto.

San Rocco pur non essendo italiano è molto venerato in Italia, specie nel  Sud. Circa il comune di Gioia del Colle (Bari) c’è da chiedersi come mai si diffuse il culto del Santo non italiano. Abbiano testimonianze di storici locali ma anche qualche traccia di conferma sui testi delle cosiddette “Sante visite” (verbali della visita pastorale) degli arcivescovi di Bari al paese, quando fanno riferimento al culto e alla presenza di una statua in onore di San Rocco.

Tutto sarebbe nato da una leggenda…

L’abate Francesco Paolo Losapio, storico gioiese, ci racconta che «in Gioia si celebra come Santo protettore San Rocco, la cui festa è introdotta  la prima volta nel 1656, in occasione della fierissima peste che travagliò il Regno di Napoli in quell’anno. La tradizione vuole che invocato in quella calamità dai gioiesi la protezione e il patrocinio di S. Rocco, mentre passava nei vicini paesi e si era introdotta nel nostro territorio, fu allontanata e spinta dalle nostre mura mercè l’intervento e l’apparizione del Santo con una spada fiammeggiante sopra la Torre detta del Principe del Balzo, oggi del fu D. Michele Cassano, donde la fugò; per cui fu edificata la Cappella di S. Rocco fuori le mura dirimpetto alla Torre suddetta, in memoria dell’apparizione e del miracolo adoprato dal Santo in favore dei Gioiesi»

Sulla porta laterale destra della Chiesa di San Rocco di Gioia del Colle, e precisamente sull’anta sinistra, lo scultore gioiese fra Serafino Melchiorre ha rappresentato la statua del Santo mentre viene trasportata su un carro trainato da buoi inginocchiati.

E’ indubbiamente la rievocazione di una leggenda che ancora oggi circola tra il popolo gioiese, ma insieme alla presenza di altre due statue che raffigurano San Rocco, è senza dubbio il segno tangibile della grande devozione dei nostri concittadini per il Santo taumaturgo francese.

L’immagine del santo trainato dai buoi si riferisce ad una leggenda del 1530 secondo cui un ricco e spietato signore gioiese voleva tutta per se una statua in pietra di S. Rocco nel suo giardino la quale fu realizzata in breve tempo da Stefano da Putignano  e posta in una grossa cassa di legno, ben chiusa sopra un carro colmo di paglia e trainato da quattro buoi.

Il carro, scortato per volere del padrone, quando giunse fuori delle mura della città di Gioia del Colle, nel punto dove oggi ancora sorge la Chiesa di San Rocco, in corrispondenza della Cappella del Santo, si fermò perché i quattro buoi improvvisamente si bloccarono e si inginocchiarono. Non si mossero più fintanto che la statua – nonostante il diniego di quel signore – da tutto il popolo, stupito per il miracolo, non venne collocata al posto ove ancora oggi si trova. Da allora si ricordano anche altri episodi analoghi e si dice che ogni qual volta si è tentato di spostare o rimuovere la statua, anche per processioni commemorative, misteriosamente si sono verificate improvvise scosse di terremoto  e comunque diversi inconvenienti a svantaggio di chi tentasse di spostarla.

Al di là di questa leggenda - con tratti di verità e a volte confermata dagli anziani che hanno assistito a questi fenomeni più recenti -  la statua restaurata recentemente è conservata nell’omonima Chiesa di Gioia del Colle e tutti i cittadini Gioiesi sono fieri di aver San Rocco come compatrono insieme a San Filippo Neri e loro speciale protettore. Ma quello che più colpisce, ancora oggi, è la testimonianza della Sua vita. La sua fede profonda, la sua attenzione ai poveri  e sofferenti.

Rocco di Montpellier è indubbiamente un Santo di popolo e per il popolo. La gente lo reputa amico e confidente. Tutti, giovani, adulti e anziani, si rivolgono a lui per affidare i propri sogni e le proprie pene affinché li porti davanti al Signore e guarisca le ferite del corpo e dell’anima.

Per tutti rimane ancora oggi un esempio di laico veramente cristiano, santo perché coerente e pieno di amore per Cristo. E’ un invito per tutti alla santità. Specialmente dopo la riscoperta chiamata alla santità di tutti i battezzati rimarcata dal Concilio Vaticano II e da papa Francesco che ci parla di “santo della porta accanto”. Tutti noi credenti sentiamo  il desiderio di imitare i santi e di vivere quella gioia pura che rende libero il cuore e dona la vera pace.

don Alfonso GIORGIO



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