Se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo cambiare noi stessi

Pubblicato: 01/03/2025
Se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo cambiare noi stessi

Don Tonino Bello racconta di una visita a casa di un cieco di nome Bartolomeo, il quale, collocato dinanzi alla finestra della sua camera si esprimeva con naturelezza come fosse un vedente, oppure usava espressioni come questa: "oggi c'è il sole, non lo vedo ma lo sento". Questa è l'esperienza di chi non vede avvertire attraverso altre modalità sensoriali la presenza di una luce, la presenza anche dell'altro.

Questo ci fa dire, senza sovvertire il Vangelo, che un cieco può certamente essere guida di un altro cieco, direi anche di un vedente, in quanto può avvertire delle sensazioni e può sentire dentro di sé qualcosa che magari altri non avvertono, ma il senso della parola di Gesù è un altro. Quando Lui ci parla del cieco non pensa al deficit visivo, ma piuttosto ad un fatto spirituale-morale, cioè ad una persona che non ha l'amore di Dio nel cuore, non è coerente in sé stesso e che non può pretendere, poi di essere guida di un altro.

Queste dinamiche capitano spesso soprattutto quando sono gli ipocriti a pretenderlo, quelli che "dicono e non fanno", quelli che esigono dagli altri correttezza, osservanza delle regole, ma sono i primi a non essere corretti, a non osservare le regole.

Del resto l'ipocrita era nel teatro greco colui che indossava una maschera, saliva sul palco e recitava semplicemente una parte.

Va detto che nessun ambiente è esente dalle dinamiche di doppiezza condannate da Gesù, pertanto anche in ambito religioso, può capitare che qualcuno, magari preposto ad essere guida, reciti una parte. Il problema è che il popolo si accorge, capisce tutto, si rende conto se tu credi in quello che dici, e fai quello in cui credi, se chiedi agli altri qualcosa per il loro bene e per primo la vivi.

Oggi ancor piu che nel passato c'è bisogno proprio di esempi di vita, di persone che sentano nel cuore il desiderio di testimoniare in prima persona l'amore per Gesù, non certo persone pronte a giudicare, a condannare gli altri per una piccola "pagliuzza" e poi, quando si tratta di se stesse, troppo clementi e poco disposte a guardare alla propria "trave".

Non possiamo pretendere di essere guide, ignorando la trave dell'orgoglio, dell'arroganza, della presunzione di intoccabilita' che è nel nostro occhio e facendoci giudici addirittura degli altri.
Non siamo perfetti e il Signore non vuole discepoli perfetti. Quello che si aspetta da noi è che siamo onesti, trasparenti, pronti a riconoscere i nostri limiti come pure quegli degli altri, ma con uno sguardo empatico e soprattutto fiducioso nella misericordia di Dio. Ha ragione, giustamente don Tonino Bello nell'augurarci di avvertire, come Bartolomeo, la presenza di Dio dentro di noi, impegnandoci in un cammino di scoperta o riscoperta di un rapporto personale con Lui ma anche "nel calore di una solidarietà verso il prossimo, nel fremito della speranza, nel rischio di scelte coraggiose, però che siano coltivate insieme".

Questo è il cammino che ci dobbiamo prefiggere: un cammino di coerenza e accettazione anche delle proprie fragilità.
Essere guide è possibile, ma partendo dal nostro vissuto, sempre accogliendo dall'Alto tutte le opportunità per cambiare, perché, se davvero vogliamo cambiare il mondo dobbiamo partire da noi stessi, cambiando anzitutto noi stessi.

don Alfonso GIORGIO



Ultimi Video


Vedi tutti i video »

Clicca sul Banner in basso e guarda il video

Inquadra il codice qr e sostienici!

Oltre le barriere - 2k24 -

è un progetto de

L'Albero Verde della Vita

_____________________________

 

_______________________

DOMUS SAPIENTIAE - Collana Testi

(Liber I)

(Liber II)

(Liber III)

______________________