Solennità di Cristo Re

Pubblicato: 20/11/2021

(Giovanni 18,33-37)

 Solennità di Cristo Re

Oggi è la solennità di Cristo Re. Si tratta di una festa importante per il fatto che chiude un anno liturgico e ci prepara immediatamente al nuovo. La Chiesa ci invita a guardare a Gesù Cristo come Re dell'universo. Il vangelo di Giovanni, in questa celebrazione mette in correlazione due modi di concepire la regalità: una regalità secondo l'uomo e una legalità secondo Dio. In modo particolare qui è Pilato a manifestare tutto il suo potere e lo vuole imporre con la forza. Si tratta di un potere mondano, semplicemente interessato ad un tornaconto personale ed ad un forte desiderio di sottomettere e di imporre. Pilato si pone come l’“assoluto”; si crede “la verità“, ma una verità che si impone non è autentica: questa è una regalità secondo l'uomo. A riguardo bisogna dire che non c'è bisogno di essere re come Pilato o come tanti altri re di questo mondo per sentirsi superiori. Il mondo è pieno di tanti che si credono “deucci”, sempre pronti ad imporsi sugli altri.

A volte ci si ritrova in situazioni imbarazzanti quando c’è qualcuno che vuole assolutamente imporre il proprio pensiero e sente che quel suo modo di pensare e di parlare è giusto, che quella sua visione della vita è la più giusta, la migliore, l'unica a cui tutti devono adeguarsi. In fondo è un atteggiamento analogo a quello di Pilato e di tanti altri potenti della terra che vorrebbero imporre con la forza le proprie idee, anche le relazioni umane. Questa visione della vita e del mondo si pone in contrasto con quella visione che ci propone il vangelo: una regalità dell'uomo in contrasto con la regalità di Dio.

Gesù ci insegna a guardare “dall'alto al basso” ma non dobbiamo pensare ad una certa altezzosità borghese, anzi, al contrario, perché, mentre Dio dall'alto dei cieli, dall'alto del Suo Regno scende giù abbassandosi, noi vorremmo invece alzarci e guardare gli altri dall’alto delle nostre convinzioni e supposizioni. Per il Signore, paradossalmente, è proprio il basso a manifestare l’altezza del Suo Regno: quando Gesù si inginocchia a lavare i piedi dei suoi discepoli, quella è la dimensione più alta della vita di chi non esita a farsi servo ed a donarsi agli altri per amore. Con Gesù il potere si manifesta nel servizio perché chi ha la verità in sé stessa; la verità di Cristo, è disposto anche ad inginocchiarsi dinanzi al fratello. Quindi la potenza di una regalità radicata nel cuore di Cristo si nutre proprio di quella capacità di inginocchiarsi e di mettere in discussione tutto, anche quello che si è, quello che si fa, quello che si dice.

La forza della verità sta in questo gesto di piegare le ginocchia e fare lo stesso gesto che Gesù ha fatto, mettendosi a servizio gli uni degli altri. A riguardo bisogna dire anche che in questo tempo specifico la Chiesa sta vivendo proprio l'esperienza del sinodo che per se stesso prevede la necessità di venirsi incontro, ascoltarsi e capirsi.

Per fare un vero cammino insieme è necessario anche essere disposti ad accogliere il pensiero dell'altro che potremmo ritenere anche più illuminante del nostro. Tutto ciò non dovrebbe provocare invidia o malcontento, perché nella logica delle regalità di Cristo, di una fede cristiana autentica consapevole di vivere nella verità, non dovremmo mai aver paura di nulla, sempre pronti a rimetterci di persona, anche la propria faccia. Chi vive così non si fa problemi e sa che Dio lo accoglie così com’è con le sue fragilità, non si pone dei problemi, non si fa problemi, non tiene conto di quello che gli altri potranno pensare di lui, perché sa che quella è l’unica Via da percorrere, la via della semplicità, la via del servizio, la via della carità e dell'amore reciproco. Questa è la regalità che Gesù ci vuole testimoniare, nella quale noi pure, a motivo proprio del nostro Battesimo, vi entriamo a pieno titolo e partecipiamo in pienezza.

don Alfonso GIORGIO



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