Sulle orme di Gesù

Pubblicato: 06/05/2023

Gv 14, 1-12 

Sulle orme di Gesù

Il nostro cammino di Pasqua continua e il Vangelo che viene proclamato in questa domenica di Pasqua, ci fa comprendere davvero quale sia il desiderio più profondo di Gesù: portare a compimento, nel modo che Lui solo sa, quel progetto di rinnovamento del mondo affinché venga trasformato secondo il disegno di Amore del Padre.  

Un mondo nuovo, un cammino nuovo, fondato  proprio sui passi del Risorto che ci precede ed è proprio Lui a ricordarcelo in questa pericope evangelica: “vado a prepararvi un posto” e invita tutti a non avere paura: “non sia turbato il vostro cuore”. Cioè: “non abbiate paura”! Si tratta di quelle paure profonde che caratterizzano l’umano: la paura della sofferenza, della morte, del futuro. 

Gesù si era reso conto – esternando questa sua preoccupazione durante quello che era il discorso di saluto che fece nell’ultima cena - che i suoi erano presi dal timore e dal terrore, magari di non essere all’altezza della missione, dalla paura di non farcela senza di Lui che aveva appena dichiarato di doversene andare. 

Ma dove andava? Perché? Se lo chiedevano tutti: “Non sappiamo dove vai”, questa la reazione di Tommaso che, con l’audacia e il desiderio di concretezza che lo hanno sempre contraddistinto, gli rivolge questa domanda: come facciamo? Non sappiamo nemmeno dove vai…. 

Tommaso vuole essere rassicurato e manifesta un pò la paura che è in ogni persona, in ogni uomo, in ciascuno di noi. Tutti abbiamo paura. La paura è un’emozione peraltro che ci aiuta ad affrontare con consapevolezza le difficoltà della vita. Per certi versi è necessario avere paura. E’ un’emozione primaria, presente da sempre sia nel regno animale che nel genere umano. 

Indubbiamente come le altre emozioni ha una funzione adattiva perché protegge l’individuo di fronte a una minaccia, lo mette in guardia ed è fondamentale sin dai primi anni di vita. Ci aiuta nel nostro processo di crescita e assolve a quelle fondamentali funzioni evolutive, senza la quale metteremmo a rischio la nostra incolumità. 

E’ chiaro però che la paura va vissuta in maniera appropriata, ecco perché Gesù - grande conoscitore dell’animo umano – invitava a non avere paura, cioè a non farsi fagocitare da quell’emozione.

Spesso siamo come aggrovigliati nelle nostre paure, così diceva don Tonino Bello: siamo presi da quelle paure che si sviluppano dal cuore, nascono, e si trasformano in quella “nube tossica” che ingloba tutte quelle paure contemporanee: la paura della guerra, la paura del terrorismo, la paura di non farcela, di rimanere “infognati in quel pantano”,  in quelle che sono proprio le nostre situazioni di peccato, le nostre fragilità;  la paura di non farcela, di non riuscire, considerando che “tanto  i giochi ormai sonno stati fatti” e che il mondo effettivamente non potrà mai essere cambiato. 

Ma il Signore quale “antidoto” a queste paure non mette altro che se stesso: “Io sono la via”, io sono il cammino. Infatti  non risponde alla domanda di Tommaso: “dove vai”? Ma gli dice semplicemente che il cammino è Lui: “dovreste camminare con me, fidarvi di me”, come un bimbo che si affida a sua madre. Anche noi, dunque ci fidiamo di Cristo Risorto, lo seguiamo, ci mettiamo nelle sue mani, ci abbandoniamo a Lui senza avere paura perché Lui è la vita: “Io sono la vita”. Si tratta di parole che nessuna spiegazione può esaurire. 

“Che hai a che fare con me, Gesù di Nazareth”? Che senso ha credere in te? Potremmo chiedercelo proprio nei momenti di scoraggiamento, nelle nostre paure. La risposta è una pretesa eccessiva e sconcertante: io faccio vivere, io sono Colui che da la vita

“Io sono la vita”. Di conseguenza più Vangelo entra in me, più Vita vera si aggiunge alla vita. Quella Vita che si oppone ad ogni pulsione di morte, a quell’auto distruttività che a volte coltiviamo in noi, quando ci sentiamo sconfitti, alle paure, alla sterilità di una vita senza senso.

Vita, infatti, è tutto ciò che possiamo mettere sotto questo nome: amore, famiglia, amicizia, casa, festa, riposo, desiderio, resurrezione, beatitudine,  felicità. Per questo fede e vita, divino e umano hanno una stessa sorgente: Dio amore e Vita vera. In Lui ogni paura è superata!

C’è dunque un solo modo per vincere queste molte e profonde pure: la fede in Dio e la fede in Gesù. Ed è vero, solo Dio è la roccia. Le altre sicurezze del mondo deludono. L’amore di Dio è per sempre, è fedele e non ci abbandona mai: questa è la grande certezza di fede che dovrebbe caratterizzare il cammino di ogni credente.

Il Vangelo poi ci ricorda anche che per vedere Dio e stare con Lui dobbiamo amarci: “se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di Lui è perfetto in noi”. Dunque Dio è amore e nell’esperienza di amore autentico, come quella di Cristo, che l’uomo può rinnovare il mondo ed entrare in comunione con Dio. Come Maria - dice don Tonino Bello“non cedete mai alla paura”. 

don Alfonso GIORGIO



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