Una Chiesa con le porte aperte per essere carità

Pubblicato: 14/09/2022
Una Chiesa con le porte aperte per essere carità

Quest’anno l’altare della reposizione ha proposto il tema pastorale della nostra arcidiocesi che, fondamentalmente, può essere sintetizzato in un’unica espressione: “essere carità”.

Al centro è stato posto il Santissimo Sacramento in un’antica struttura in legno che ci rimanda immediatamente all’idea di  Chiesa.

Sullo sfondo campeggiava la figura di Cristo Pantocratore incastonata in una classica immagine di Chiesa tutta trionfante.

Ai lati della struttura, invece, la Chiesa “trionfante” scende in campo, per essere “prossima” a coloro che sono nel bisogno e nella povertà. Una Chiesa che trionfa allorquando scende negli inferi per essere  un “ospedale da campo” che si adatta a tutte le situazioni: poveri, famiglie in necessità, giovani, bambini, persone sole, anziani ed esclusi.

Ognuno di noi può salire il monte del Signore per giungere alla sua sommità e contemplare l’Amore di Dio: per questo sono stati realizzati dei gradini al di sotto del tabernacolo.

I gradini sono tre. Il numero tre rimanda alla perfezione dell’amore trinitario: l’amore di Dio è circolare e perfetto; Dio è carità, è l’Essere carità in quanto Essere. E’ Lui che “ci attira” e ci chiede carità.

Mentre Dio discende nel campo del mondo - rappresentato dalla scenografia laterale - attraverso gli uomini e le donne di buona volontà,  noi possiamo salire verso di Lui. C’è, dunque, un movimento discendente e uno ascendente. Mentre l’amore di Dio ci investe e, attraverso la donazione suprema di Gesù, con la Sua Passione, discende verso di noi in modo perfetto, il nostro amore verso Dio sale gradualmente e con non poche difficoltà. I colori dei gradini vogliono rappresentare proprio questa gradualità:

- il colore bleu indica la nostra umanità. I primi cristiani collegavano il blu a Dio Padre mentre oggi è il colore della Madonna, il simbolo del femminile e delle qualità ad esso connesse come la compassione, la devozione, la fedeltà, qualità materne associate alla Vergine Maria. In pratica, il blu presuppone che un cammino è stato intrapreso e si è pronti a continuare, per dare testimonianza della propria fede;

- il colore rosso – sangue rappresenta il martirio. Noi veniamo dal Sangue di Cristo e non dobbiamo dimenticarcelo; il secondo gradino è rosso perché Gesù ha versato il Sangue per noi dalla croce, su questa terra e perché anche noi se vogliamo intraprendere questa ascesa dobbiamo essere disposti a testimoniarLo cioè a “versare il sangue per il Suo Nome”;

- il colore oro è la Santità di Dio che coinvolge i Santi e tutti coloro che gradualmente raggiungono il terzo gradino in prossimità con Cristo. La persona fedele a Dio poco a poco si apre alla santità di Dio. Da parte di Dio di per sé è già tutto dato, ma ci vuole tutta una vita di sinergia con lo Spirito Santo perché il dono ricevuto possa crescere fino alla pienezza.

La carità vissuta giorno per giorno, nei gesti concreti, renderà sempre più manifesto ciò che è già successo con noi nel nostro battesimo, dove la nostra esistenza puramente umana ha ricevuto un’impronta filiale, una forma precisa, la forma di Cristo che ci fa “essere carità”. Circa la carità da vivere e lo slancio da avere verso il prossimo il Papa afferma che: «chi ama non perde tempo a piangersi addosso, ma vede sempre qualcosa di concreto che può fare». E rivolgendosi ad alcuni volontari: "avete imparato a vedere i problemi, a riconoscerli, ad affrontarli; vi lasciate interpellare e cercate di discernere con gli occhi del Signore". Come disse Papa Giovanni: “Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia concluso qualcosa di bene”. I pessimisti mai fanno qualcosa di bene, i pessimisti rovinano tutto: quando penso al pessimista mi viene in mente una bella torta. Cosa fa il pessimista? Getta aceto sulla torta. Il pessimista rovina tutto. Il Signore è il primo a non essere pessimista e continuamente cerca di aprire per tutti noi vie di Risurrezione". 

Dio è un «ottimista inguaribile - afferma - sempre cerca di pensare bene di noi, di portarci avanti, di scommettere su di noi. Che bello quando le nostre comunità sono cantieri di speranza!».

Bisogna imparare ad essere «una Chiesa-famiglia-comunità che accoglie, ascolta, accompagna, si preoccupa degli altri rivelando il suo vero volto, che è volto di madre. La Chiesa è madre. Chiesa-madre che vive e fa suoi i problemi dei figli, non offrendo risposte confezionate, una madre non dà risposte preconfezionate. Questa Chiesa cerca insieme strade di vita, di riconciliazione; cercando di rendere presente il Regno di Dio. Chiesa-famiglia-comunità che prende in mano i nodi della vita, che spesso sono grossi gomitoli, e prima di districarli li fa suoi, li accoglie tra le mani e li ama. Così fa una mamma, così è la nostra madre-Chiesa».

Una famiglia «tra le famiglie, questa è la Chiesa, aperta a testimoniare al mondo odierno la fede, la speranza e l'amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. Una casa con le porte aperte. La Chiesa è una casa con le porte aperte. Perché è madre».

don Alfonso GIORGIO



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