Una nuova primavera dello Spirito

Pubblicato: 04/06/2022

Domenica di Pentecoste: Gv. 14,15; 16,23-26

Una nuova primavera dello Spirito

E' Pentecoste e la Chiesa ci invita a contemplare questo mistero, questo grande dono che il Signore ci ha fatto.Si tratta del Suo Spirito! È lo Spirito che agisce, lo Spirito che riempie i cuori, che li scalda, li infiamma del Suo amore: è lo Spirito Santo.

È la festa della Chiesa e dobbiamo dire una festa, grandiosa, una festa che motiva tra l'altro tutto il nostro agire, perché è lo Spirito stesso che ci chiama e ci muove. Bisogna dire però che si tratta di una festa difficile da comprendere fino in fondo e non tanto perché lo Spirito risulta essere questo "grande sconosciuto" a tutti, anche ai battezzati e praticamente a tutti quei cattolici che si dicono "credenti non praticanti",  credenti e praticanti. Mi sembra che lo Spirito, in qualche modo possa essere  considerato come "la cenerentola" della Santissima Trinità, non tanto perché non si vede, non si tocca, ma quanto, piuttosto, perché  si fa difficoltà a scorgerne l'azione a coglierla nella sua intimità, a cogliere l'agire dello Spirito nel mondo. 

San Charles De Foucauld, che è stato recentemente canonizzato, in un suo scritto in merito all'azione dello Spirito dichiarava questo: "per fare ad ogni ora quello che vuole Gesù mi occorre qualcosa che Dio solo dona, per fare ad ogni ora quello che vuole Gesù, per amarlo, per imitarlo, per obbedire, per glorificare in ogni istante occorre il suo stesso Spirito quello Spirito che conosce le cose e le vede nella loro verità". Ecco lo Spirito vede nella verità; lo Spirito è necessario e direi che senza questa consapevolezza di fondo la conseguenza e' che l'azione dello Spirito nella nostra vita diventa piuttosto difficile come pure risulterebbe difficile aprirsi agli altri, testimoniare il vangelo.

Ci  sono tre ostacoli all'azione dello Spirito nel cuore di ogni persona, diceva don Tonino Bello:
- il primo è il "complesso dell'ostrica": quello di voler rimanere a tutti i costi attaccati allo scoglio, cioè a quelle che sono le abitudini di sempre, le sicurezze di sempre e non prendere mai il volo, non allontanarsi dalle proprie cose e mancare così di creatività;
il secondo ostacolo è la logica dell'"una tantum", cioè si, io posso fare qualcosa di significativo, ricreativo, ma lo faccio ogni tanto, lo faccio in maniera sporadica, specifica in un momento della mia vita e basta. Un atteggiamento del genere sacrifica la continuità e, potrei aggiungere, anche che non promuove perseveranza. A riguardo proprio qualche giorno fa un amico non vedente mi diceva: "se tu vuoi organizzare qualcosa con dei volontari giovani, magari per una settimana, ci riesci pure a trovarli per quella settimana, ti vengono ma dopo non li vedi più". In effetti molto spesso manca la continuità, per cui l'"una tantum" non è  tanto utile;
- terzo ostacolo è il "complesso della serialità", cioè la mancanza di creatività e la tendenza a fare le cose in serie, a ripetere costantemente una sorta di logica del "si è sempre fatto così" e si deve continuare a fare così, senza un imprinting personale, senza un minimo di creatività personale.   

Chiediamo al Signore il dono dello Spirito che ci liberi da questi ostacoli, ci renda creativi, ci renda volitivi e ci faccia andare oltre i nostri limiti, ci faccia prendere il largo, per essere credibili testimoni della fede.

La Pentecoste è una festa straordinaria che non può  essere sottovalutata; è rivoluzionaria e bisogna dire che, in generale, non si è colta ancora in modo pieno la portata. Lo Spirito "vi insegnerà ogni cosa": lui ama insegnare, accompagnare oltre ogni limite, far scoprire paesaggi inesplorati, portare i credenti a vivere in atteggiamento  di ricerca continua, non come esecutori di ordini precostituti, ma come inventori di percorsi nuovi.       

Lo Spirito è creatore e vuole discepoli a sua volta  e "creatori", "a sua immagine".  

Lo Spirito è un fuoco che non smette mai di bruciare, un vento che non tace mai, per cui ogni credente ne viene avvolto e riscaldato, così che ognuno ha tanto Spirito Santo quanto ne hanno i pastori, perché è un dono per tutti anche se in situazioni vocazionali diverse. Infatti, cosi come precisa Papa Francesco, "il popolo di Dio, per costante azione dello Spirito, evangelizza continuamente se stesso" (Evangelii Gaudium 139). Parole infuocate di amore che raggiungono i cuori di coloro che son disponibili ad accoglierle e portano al mondo una nuova primavera dello Spirito.

don Alfonso GIORGIO



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