Vivere è Amare e Cambiare

Pubblicato: 21/01/2023
Vivere è Amare e Cambiare

In questa domenica del tempo ordinario il Vangelo che ci accompagna in queste liturgie ci ricorda che Gesù entra all'opera, entra in scena -  in qualche modo - proprio nel momento in cui il Battista viene arrestato ed ucciso, quindi, potremmo dire, in un contesto di tenebre. In mezzo a queste tenebre, a questo buio, Gesù si innesta con la sua luce, si pone come una luce, una fiaccola nuova che illumina e intraprende il cammino di evangelizzazione. Sente di dover cominciare e inizia la sua predicazione caratterizzando in questo modo la sua  vita pubblica. 

Le Sue prime parole sono dedicate proprio ad una  necessità che deve essere, il fondamento del cammino di fede: la conversione. 

"Convertitevi". È un richiamo al cambiamento, non è un cambiamento di atteggiamenti, ma un cambiamento del modo di essere, non solo un cambiamento  esterno nel modo di porgersi agli altri, ma piuttosto un cambiamento radicale del pensiero. Un modo di pensare nuovo che poi muova l'azione. Cioè dalle parole, dai pensieri poi si passa ai fatti. Però questi fatti debbono essere radicati in maniera evangelica. Il cambiamento che il Signore ci chiede è proprio questo. 

In un altro passo del Vangelo dice che non possiamo mettere il "vino nuovo in otri vecchi", occorre cambiare in maniera radicale! 

Questo richiamo alla conversione diventa certamente un motivo di speranza, una "luce nel mondo", potremmo dire, perché c'è sempre una luce nel buio, anche in contesti difficili, di sofferenza, in contesti in cui sembra tutto finito, tutto fallito, il Signore pone sempre una luce, però perché questo accada è necessario questo evocato cambiamento radicale. 

Il Vangelo poi ci rimanda alla chiamata dei prini apostoli. Singolare, il fatto che queste persone siano persone semplici alle quali chiede un repentino cambiamento di vita: da pescatori li fa diventare "pescatori di uomini", anche in loro, in coerenza con quanto predicato,  avviene un cambiamento radicale, un cambiamento di prospettive. 

In questi giorni abbiamo salutato fratel Biagio da Palermo, un uomo di Dio che ho avuto anche l'occasione di conoscere personalmente. Biagio è cambiato perché ha desiderato ardentemente seguire Gesù. Ha accolto con serietà la proposta del Signore: "venite dietro a me", ed ha preso la croce.

Questo fratello ha seguito proprio alla lettera questa indicazione del Signore indirizzata già  ai primi apostoli. Tracle altre cose va considerato in questo episodio narrato, che si tratta di coppie di fratelli. Potremmo, a riguardo  dire che il Signore chiama delle piccole fraternità perché diventino una fraternità più ampia, la fraternità spirituale che si diffonda nel mondo e questo accade perché c'è disponibilità a lasciare le reti, a lasciare tutto, a cambiare vita. 

Che il Signore ci trovi così disponibili a cambiare vita, a seguirLo. Certo, magari si può essere  presi anche dal dubbio: dove andro'? Cosa farò, ecc.? Ma non si può rimanere dubbiosi per sempre. In questi casi  don Tonino Bello spesso  usava rivolgersi a coloro che erano sempre incerti  chiamandoli: "specialisti della perplessità". Ecco, a loro diceva, "siete come quei contabili pedanti  dei pro e dei contro, calcolatori guardinghi fino allo spasimo, prima di muovervi". Ecco, molto interessanti queste espressioni, non possiamo calcolare troppo con Gesù, dobbiamo fidarci di lui e seguirlo con gioia.

don Alfonso GIORGIO



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