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Babbo Natale russo arriva il 31 dicembre
Dimenticate Babbo Natale il 25 dicembre: i russi seguono tradizioni completamente diverse e lo scambio dei regali avviene nella notte di Capodanno.
Infatti il Natale in Russia non si festeggia il 25 dicembre come nella maggior parte del mondo, ma il 7 gennaio. Questa differenza è dovuta al fatto che la religione ortodossa, per le sue festività usa, il calendario giuliano, differentemente dalla religione cattolica che segue quello pagano: da qui la discrepanza tra le date (2 settimane esattamente) .
Il Natale come festività era stato bandito dal calendario già nel 1929 dal governo sovietico che voleva laicizzare tutto il paese tanto da lasciare solamente il Capodanno non considerato ricorrenza religiosa.
Nel 1991 con la caduta dell’URSS, la chiesa ortodossa torna a svolgere le sue funzioni religiose e il Natale è reintrodotto usando sempre il calendario giuliano.
Il Natale è per il popolo russo una celebrazione strettamente religiosa da trascorrere in famiglia partecipando alla liturgia natalizia e preparando la cena tradizionale.
I cristiani ortodossi considerano il Natale la seconda festa più importante dell’anno (dopo la Pasqua). Questa festa prevede un periodo di digiuno per i credenti che va dal 28 novembre al 6 gennaio.
Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio, i credenti partecipano alla "veglia notturna" presso la cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca pregando per tutta la notte.
Secondo la tradizione (oggi quasi del tutto scomparsa), la famiglia di ogni credente dovrebbe preparare una cena per il giorno di Natale, a base di kutia (porridge dolce), carne e pesce al forno, kulebyaka con cavolo o funghi, e dolci alla frutta come la pastila.
La maggior parte dei russi al giorno d’oggi non festeggia più il Natale in questo modo tanto che appena il 19% di loro si reca in chiesa la notte di Natale.
Per la maggior parte dei russi, la festa più importante è quella di Capodanno, quando le famiglie si riuniscono attorno alla tavola per il tradizionale scambio dei regali.
Anche se la tradizione di festeggiare il Capodanno è arrivata in Russia solo nel XV secolo, i bolscevichi inizialmente la vietarono, additandola come borghese. Solamente nel 1947 la gente ricominciò a celebrare questa festa, considerata oggi la ricorrenza più importante dell’anno.
In Urss i preparativi per il Capodanno iniziavano con largo anticipo: dalla ricerca dell’albero perfetto (l’albero di Natale in russo si chiama “yolka”), alla programmazione del menu. Il momento più atteso, soprattutto da parte dei bambini, era quello degli addobbi: una ricorrenza che riuniva tutti i membri della famiglia per decorare l’albero con luci e giocattoli. Di solito si addobbavano abeti veri, visto che i primi alberi natalizi artificiali apparvero in Urss solo negli anni Sessanta.
Proprio causa la differenza di due settimane tra i due calendari, ricordiamo giuliano e pagano, anche il Capodanno va celebrato due volte; le festività russe finiscono con il Capodanno vecchio la notte del 13 di gennaio.
La Russia ha dei personaggi folkloristici simbolo del Natale. L’equivalente del Babbo Natale in Russia è il Дед Мороз “Nonno Gelo”(si pronuncia Ded Moroz), riconoscibile per la lunga barba bianca e l’abito lungo di colore blu, rosso o bianco. Come Babbo Natale anche Nonno Gelo distribuisce i regali spesso accompagnato dalla nipote Снегурочка (significa la ragazza della neve e si pronuncia Snegurochka ) seppur la letterina vada sempre indirizzata al Nonno Gelo.
In merito alle tradizioni del Natale ortodosso non si può non menzionare i Коляды, ovvero una serie di canti popolari tipicamente natalizi cantati dai bambini con indosso costumi e maschere mentre passano di casa in casa per ricevere dei dolcetti o a volte anche un pò di soldini. Ad oggi non si hanno notizie di questa celebrazione.
Una delle tradizioni natalizie più diffuse tra i russi ortodossi era legata alla previsione del futuro. Il periodo compreso tra il 6 e il 19 gennaio (Epifania) si chiama "svyatki" (dalla parola "santo") e ha profonde radici pagane e talmente profonde che nemmeno la Chiesa è stata in grado di bandirla definitivamente e totalmente.
In passato, il popolo slavo riteneva che in questo periodo gli spiriti vagassero sulla Terra. E la gente ne approfittava per cercare di predire il futuro. Mentre i contadini cercavano di indovinare il tempo e la qualità del raccolto, le ragazze pensavano al futuro sposo. Oramai anche di questa tradizione è rimasta solo la ricerca dello sposo da parte di giovani donne.
E per finire questa nostra carrellata culinaria, la vigilia di Natale in Russia vede la preparazione di una cena pantagruelica.
Nella tradizione ortodossa il periodo natalizio è preceduto da giorni di digiuno ed astinenza dalla carne, circa 40.
I piatti tipici russi che vengono preparati durante il periodo natalizio sono:
Коливо (kolivo): si tratta di un piatto il cui ingrediente principale sono i chicchi di grano che vengono bolliti fino a che non diventano morbidi per essere successivamente scolati e addolciti con miele o zucchero. Gli ingredienti secondari (a volte usati tutti a volte solo alcuni) di questo piatto sono: semi di sesamo, mandorle, noci tritate, cannella, semi di melograno, uva passa, anice e prezzemolo.
Сочиво (sochivo): è un piatto che si caratterizza per l’uso di un succo di semi di papaveri, di mandorle o di noci per condire l’alimento base che può essere riso, lenticchie o chicchi di grano. Il tutto addolcito sempre dal miele.
Сыта (sito): acqua miscelata con miele.
Anatra o oca con le mele
Козули (kozuli): biscotti dalle forme più diverse.
Tra tutti questi piatti antichi l'unico rimasto nelle famiglie moderne è l'anatra con le mele cucinata anche per altre celebrazioni essendo un piatto molto amato e succulento.
La cucina russa antica prevedeva gli animali cucinati interi , per cui nelle feste e celebrazioni vari ancora si usa servire a tavola un salmone, storione, maialino o anatra interi. Chi ha pochi soldi si accontenta di pollo. Ovviamente nei tempi antichi poteva essere un cinghiale o un altro animale selvatico grande, che veniva frazionato direttamente in tavola.
Крещение (kreschenie) letteralmente vuol dire “battesimo” si riferisce al giorno dell’ Epifania che in Russia si festeggia il 19 gennaio sempre perchè viene usato il calendario giuliano e non quello gregoriano. Nella tradizione russa l’Epifania è caratterizzata dalla benedizione dell’acqua.
Solitamente vengono create delle fonti battesimali e lì dove non è possibile farlo vengono preparate delle vasche con l’acqua da benedire all’interno di chiese e santuari. La fonte battesimale viene creata attraverso dei buchi nel ghiaccio di fiumi o piccoli bacini d’acqua dove il prete o il sacerdote immerge la croce per benedirne l’acqua. Secondo la tradizione quest’acqua santa possiede grandi proprietà benefiche, le stesse del fiume Giordano dove è stato battezzato Gesù Cristo.
È per questo che nel giorno dell’Epifania si vedono file di persone che si immergono nelle cavità di fiumi ghiacciati. Lo fanno per curarsi dalle malattie e purificarsi dai propri peccati. Purtroppo nel tempo questa tradizione ha perso il suo significato religioso e oggi si osserva sempre più per sport e salute: ovviamente si capisce che necessita una lunga preparazione in quanto non ci si può immergere nell'acqua ghiacciata all'improvviso.
Spesso i riti delle feste sono più importanti della loro origine religiosa. Abituati durante i 70 anni di Unione Sovietica alla vita laica i cittadini spesso seguivano questo rituale senza associarlo al significato religioso suo proprio.
Anche se la religione è tornata in Russia sostenuta anche dallo stato, molti russi sono rimasti ancora atei, sebbene alcuni fanno finta di esserlo per costume.
Per chi volesse approfondire il discorso dei riti religiosi russi a Roma ci sono due chiese russe dove si può partecipare liberamente ai vari riti ed eventi,
San Nicola - Via Palestro, 69/71 e Santa Caterina Martire - Via del Lago Terrione, 77/79, luogo di culto ortodosso di Roma, sede dell'omonima parrocchia dipendente dal patriarcato di Mosca. Essa si trova all'interno del parco di Villa Abamelek, residenza dell'Ambasciatore della Federazione Russa in Roma.
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