Il bacio di Brancusi a Târgu Jiu e oltre

Pubblicato: 28/03/2025

Conferenza

con Lucia Corain, Victor Ieronim Stoichiță e Claudio Strinati

Il bacio di Brancusi a Târgu Jiu e oltre

Il 28 marzo 2025 l'Accademia di Romania a Roma, in collaborazione con l'Ambasciata di Romania in Italia e la Casa Editrice La Casa Uscher, organizza la conferenza della professoressa Lucia Corrain della Facoltà di Storia dell'Arte dell'Università di Bologna, dal titolo "Il bacio di Brancusi a Târgu Jiu e oltre". La conferenza prende le mosse dal volume "Una infinita memoria. Il ciclo di Constantin Brancusi a Târgu Jiu" della stessa Lucia Corrain, edito dalla casa editrice Casa Uscher, un libro che rappresenta un contributo significativo alla recente critica brancusiana. L’introduzione verrà fatta dall’apprezzato critico d'arte Claudio Strinati e la conferenza sarà seguita da un intervento del prof. Victor Ieronim Stoichiță, emerito storico dell'arte. L'evento si svolgerà presso la Sala conferenze dell'Accademia di Romania a Roma, a partire dalle ore 18.00.

Il libro:

A Târgu-Jiu, città della Romania nel cuore dell’Oltenia, il padre della scultura contemporanea, Constantin Brâncuşi (Hobiţa 1876-Parigi 1957), realizza tra il 1936 e il 1937 un complesso monumentale che è la sua opera più importante presente nel proprio paese natale: la Tavola del silenzio, la Porta del bacio e la Colonna dell’infinito. Nato per onorare la memoria dei soldati caduti nella Prima guerra mondiale, l’insieme si dispone lungo un percorso di complessivi 1500 metri, che ha inizio sulle rive del fiume Jiu (luogo dell’eccidio), si distende nel cuore della città e termina nell’antico mercato del fieno, dove si trova la straordinaria Colonna dell’infinito: è qui che entra in gioco il rapporto fra il grande spazio esterno e l’innalzarsi verso il cielo di quella che può essere considerata una vera e propria icona dell’intera opera di Brâncuşi.

Non solo: la Porta del bacio fa esplicito riferimento al rituale funebre degli sponsali tanatologici che, assumendo il ruolo di compensazione, diventano una pratica consolatoria di ricostruzione dell’ordine sociale dopo il disordine causato dalla guerra e dalla morte; e la stessa Tavola del silenzio, come nell’Ultima Cena, vuole trasmettere la perdita della vita attraverso uno stretto parallelismo tra il sacrificio dei soldati e quello di Cristo. A entrare in gioco, insomma, nella radicale modernità dell’opera di Brâncuşi è l’antica cultura romena, improntata dallo stretto contatto con la natura che non oppone resistenza alla morte, “accogliendola” come parte integrante del ciclo della vita. È questo il senso profondo che Brâncuşi ha saputo tradurre in originali e inedite forme figurative che appartengono a una comune Weltanschaung riguardante la concezione generale della vita romena ma che non finisce di stupirci nella contemporaneità

Lucia Corrain è professore associato all’Università di Bologna, dove insegna presso il Dipartimento Beni Culturali – Campus di Ravenna, dove svolge le sue ricerche nell’ambito della teoria e della semiotica dell’arte. I suoi studi si concentrano sul linguaggio delle arti figurative in generale e sulla pittura in particolare, con ulteriore attenzione alle modalità di ricezione del testo artistico, ai meccanismi di significazione dell’opera d’arte e alla messa in scena delle passioni. Attualmente incentra la sua ricerca sul rapporto tra le espressioni d’arte del passato e quelle della contemporaneità. È referente scientifico del museo di Palazzo Poggi dell’Università di Bologna.

Ha pubblicato su riviste italiane e internazionali. Tra i suoi libri: "Semiotica dell’invisibile. Il quadro a lume di notte” (Editura Esculapio), "Il velo dell’arte. Una rete di immagini tra passato e contemporaneità” (La Casa Usher), "La pittura di mercato: il “parlar coperto” nel ciclo Fugger di Vincenzo Campi” (Mimesis). Ha curato varie raccolte di saggi, tra cui: "Leggere l’opera d’arte II”  (Esculapius); "Semiotiche della pittura” (Meltemi); "Anacronie. Leggibilità tra passato e presente nel display delle arti” (BUP); e le edizioni italiane di alcuni libri di Victor I. Stoichița, Cieli in cornice (Meltemi) e L’immagine dell’altro (La Casa Usher).

Victor Ieronim Stoichiță (Bucarest, 1949) è un critico e storico dell’arte tra i più apprezzati a livello internazionale. Iniziò gli studi artistici universitari a Bucarest e li proseguì a Roma con una borsa di studio, ottenendo la laurea in storia dell'arte, per poi conseguire il dottorato a Parigi, con la tesi “Le Prémoderne, Aspects poïétiques et intertextuels dans la peinture du XVIe et du XVIIe siècles”. Stoichiță fa parte del gruppo conosciuto come Scuola di Păltiniș, la quale coagulava negli anni ‘70 un gruppo di giovani intellettuali raffinati attorno alla personalità del filosofo Constantin Noica. Dopo aver completato gli studi, iniziò la carriera universitaria come ricercatore presso l'Accademia di Belle Arti di Bucarest - Dipartimento di Storia e Teoria dell’Arte, ma poi ricevette una borsa di studio Humboldt e lasciò la Romania.

Ha lavorato presso l'Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Monaco. È stato professore invitato presso prestigiose istituzioni accademiche, come l'École dis Hautes Étudis en Sciences Sociales Paris o l'Università di Harvard, alla Sorbonne di Parig), a Gottinga e Francofort). Tra il 1991 e il 2019 è stato titolare della cattedra di Arte moderna presso l'Università di Friburgo, Svizzera. Nel febbraio 2007 ha ricevuto il titolo di Doctor Honoris Causa dall'Università Nazionale di Belle Arti di Bucarest. È membro dell’Accademia Europea e membro corrispondente dell’Academia dei Lincei, dell’Accademia Reale del Belgio e dell’Accademia Polacca.

Tra le opere pubblicate: Simone Martini, Ed. Meridiane, Bucarest, 1975; Ucenicia lui Duccio di Buoninsegna, Ed. Meridiane, Bucarest, 1976; Pontormo si manierismul, Ed. Meridiane, 1978; ristampato. Ed. Humanitas, Bucarest, 2008; Mondrian, ed. Meridiane, Bucarest, 1979; Georges de La Tour trad. Nicole Maria Magdalena Schelarie, Ed. Meridiane, Bucarest, 1980; Creatorul și umbra lui, Ed. Meridiane, Bucarest, 1981; L'instauration du tableau. Métapeinture à l'aube des Temps Modernes, Méridiens-Klincksieck, Paris, 1993; Efectul Don Quijote: repere pentru o hermeneutică a imaginarului european; trad. di Ruxandra Demetrescu, Gina Vieru e Corina Mircan, Ed. Humanitas, Bucarest, 1995; Visionary Experience in the Goldin Age of Spanish Art, Reaktion Books, London, 1995; A Short History of the Shadow, Reaktion Books, Londra, 1997; Goya: The Last Carnival, Reaktion Books, 1999; Past Things and Present: Jasper Johns Since 1983, Walker Art Center, 2003; Ver y no ver: La tematización di la mirada en la pintura impresionista, 2005; Simulacros: el efecto Pigmalión: di Ovidio a Hitchcock, Siruela, 2006; Como saborear un cuadro y otros estudios di historia dil arte, Madrid: Cátedra, 2009; Figures de la transgression, Genève, Droz, 2013; L'image di l'Autre. Noirs, Juifs, Musulmans et « Gitans » dans l'art occidintal dis Temps Modirnes, Paris, Hazan, coll. La Chaire du Louvre, 2014; Oublier. Un récit, Actes Sud Editions, 2014; L'effet Sherlock Holmes. Variations du regard de Manet à Hitchcock, Bibliothèque Hazan, 2015; Dis Corps. Anatomies, Défenses, Fantasmes, Geneva, Droz, 2019.

Claudio Strinati: Nato a Roma nel 1948, laureato in Lettere moderne all’Università La Sapienza di Roma nel 1970. Dopo la laurea ha insegnato Storia dell’arte presso il Liceo classico di Cassino. Ha poi lavorato nel Ministero oggi denominato della Cultura dal 1974 come funzionario storico dell’arte presso la Soprintendenza alle Gallerie di Genova e presso la Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma. È  stato Soprintendente della stessa Soprintendenza dal 1991, poi Direttore del Polo Museale Romano fino al 2009 e dal 2009 al 2013 Dirigente Generale di staff. Negli anni 1987-89 è stato docente incaricato di Legislazione artistica presso l’ Università degli Studi di Udine. Dal 2001 al 2005 ha fatto parte del Comitato scientifico del Museo del Luxembourg del Senato della Repubblica francese collaborando all’ organizzazione di mostre su grandi maestri del Rinascimento italiano tra cui Raffaello e Veronese.

Ha organizzato numerose mostre tra cui particolarmente rilevante quella su Sebastiano del Piombo ( Roma-Berlino) 2008. Ha pubblicato saggi storia dell’arte su riviste specializzate in Italia e all’ Estero, come il Bollettino d’arte, Storia dell’ arte, Prospettiva, Ricerche di Storia dell’ Arte, Burlington Magazine. Ha pubblicato vari libri tra cui Raffaello universale, ScriptaManeant Bologna 2010, Il mestiere dell’artista, Sellerio 2014, Il Giardino dell’arte, Salani Milano 2020; Caravaggio/Vermeer. L’ ombra e la luce, Einaudi Stile libero 2021. Per i suoi settanta anni gli sono stati dedicati due volumi: L’ arte di vivere l’ arte, Scritti in onore di Claudio Strinati, a cura di Pietro di Loreto, etgraphiae 2018, e Amica Veritas, Scritti di Storia dell’ arte in onore di Claudio Strinati, a cura di Antonio Vannugli, Edizioni Quasar 2020. Ha curato trasmissioni radiofoniche e televisive di divulgazione d’arte tra cui Divini Devoti, Rai 5, 2014 e Strinarte, Rai 5, 2015.

È componente del Consiglio di amministrazione delle Gallerie nazionali Barberini/Corsini. Collabora col Teatro di Roma nel ciclo di lezioni e conferenze Luce sull’Archeologia. Presiede dal 2015 la Società Dialogues raccontare l’arte, che produce mostre, eventi culturali, divulgazione dell’arte, audiovisivi.  Fa parte del Comitato scientifico della Rivista Arte Dossier. Collabora con il quotidiano la Repubblica. È Ufficiale al merito della Repubblica Italiana e ha conseguito la Legion d’ Onore della Repubblica Francese. 

Accademico Cultore  dal 2015, nel 2021 è stato eletto Segretario Generale dell'accademia Nazionale di San Luca.

ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA

Viale delle Belle Arti 110

Tel. +39.06.3201594;

e-mail: accadromania@accadromania.it



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